Dopo aver analizzato la Lady Box e la Man Box, è chiaro che il comportamento di uomini e donne è presunto essere, e spesso è, molto diverso. Ma perché uomini e donne sono diversi? La differenza è portata da natura o cultura?

Oggi ho pensato di presentarvi alcune delle teorie più rilevanti sul genere, per aiutarvi a vedere il genere attraverso lenti diverse e magari sviluppare una migliore comprensione di ciò che voi stess* sentite e pensate che il genere sia. Iniziamo!

TEORIA ESSENZIALISTA

Questa è probabilmente la teoria di genere più comune in tutto il mondo. Gli essenzialisti credono che il genere sia naturale, che sia una conseguenza del nostro sesso fisico. Affermano che il nostro corpo determina il genere e l'educazione ha poco o nessun impatto.

TEORIA SOCIALE

I teorici sociali credono che l'educazione e la socializzazione siano ciò che modella il genere. Sostengono che sebbene i corpi presentino differenze, il significato che attribuiamo a tali differenze sono costrutti puramente culturali e non hanno nulla a che fare con la natura.

La teoria sociale afferma quindi che la biologia non è destino e, per questo motivo, è stata utilizzata dal movimento femminista per decenni per rivendicare nuovi spazi e poteri all'interno della società, come il diritto di voto, di indossare pantaloni o di prendere misure contraccettive.

TEORIA DEI RUOLI DI GENERE

I sociologi si sono avvicinati al genere attraverso la lente dei “ruoli di genere”: l'aspettativa che faremo o non faremo qualcosa semplicemente basato sulla nostra anatomia. I teorici del ruolo di genere affermano che iniziamo a educare i bambini ad adattarsi a uno di questi ruoli così presto, che in effetti sembra naturale.

Hanno anche introdotto l'idea di "fare il genere": il genere è qualcosa che fai, un insieme di comportamenti e routine appresi, piuttosto che qualcosa che sei, "biologicamente" (Candace West e Don Zimmerman, 1987).

Il problema è che queste prime indagini sono spesso focalizzate sull'esperienza trans, fornendo vite trans come esempio estremo del "fare genere" e suggerendo che per la maggior parte di noi il genere è “naturale” (ovvero combacia con il sesso), e solo alcuni non seguono questo percorso naturale.

In realtà, pochissimi umani seguono tutte le regole di genere in una data società: siamo tutti parte di uno spettro.

PERFORMATIVITÀ DI GENERE

Le teorie sulla performatività di genere hanno iniziato a prendere forma nelle comunità accademiche negli anni '90, in gran parte grazie a Judith Butler.

Non troppo lontana dalla teoria del ruolo di genere menzionata sopra, Butler afferma che il genere è una performance: un insieme di atti che si solidifica dando l’apparenza di un'identità coerente.

Ribalta completamente l'idea che il genere sia un'essenza interiore che influenza i nostri comportamenti e afferma che i nostri comportamenti forniscono l'illusione di un sé interiore stabile.

Secondo questa teoria, stiamo tutti recitando una parte, cercando di replicare comportamenti che sono stati costruiti culturalmente e associati a un certo genere. Pertanto, le donne o gli uomini trans non sono donne o uomini "finti" (come potrebbero definirli alcuni essenzialisti), né sono casi isolati come i sociologi delle teorie di ruoli di genere tendono a dipingerli.

Hai mai pensato al genere in questi modi? Personalmente ricordo di aver avuto un’epifania quando ho sentito parlare per la prima volta di "fare" il genere e dell'idea che tutti noi siamo su uno spettro. Era un’idea così semplice e sensata ma che non avevo mai visto spiegato in modo così chiaro e semplice!

Vi siete sentit* allo stesso modo leggendo queste teorie? Avete avuto anche voi un'epifania? O comunque c’è qualcosa che avete trovato particolarmente interessante? Fatemi sapere,  iniziamo una conversazione!